alla proposta deliberativa per avviare il procedimento di risoluzione del rapporto concessorio, ha allegato una valutazione delle indennità espropriative relative all’area prospiciente Villa Pallavicino, interessata dagli interventi e quantificate in 167mila euro circa.
«La strada dell’esproprio doveva percorre l’amministrazione comunale o altra via tra quelle previste dalla legge sui lavori pubblici, invece di piegarsi agli interessi del privato e di procurare alle casse, in caso questa opera andasse in porto, un sicuro danno erariale. Il parcheggio di Villa Pallavicino è stato uno degli argomenti forti della nostra campagna elettorale -ricorda il capogruppo Giovan Battista Vecchi-; adesso, dopo il silenzio assordante che è calato su questo accordo vergognoso, torniamo a dibatterne nelle sedi istituzionali, in aula consiliare che, più di un anno fa, si era limitata a ratificare un accordo siglato un mese prima tra il sindaco Canio Di Milia e la proprietà.
Di Milia ha sbagliato nella forma, perché ha trattato questa concessione come un affare privato e ignorato che, come sindaco, il consiglio, pronunciandosi avrebbe dovuto assegnargli il mandato; nella sostanza, perché questo atto disattende in maniera fragorosa l’equilibrio di condizioni fra le
parti e trasferisce alla proprietà risorse di gran lunga superiori al costo di esproprio.
Basti pensare che il Comune, in base all’accordo, si impegna a realizzare opere di rilevanza pubblica, a fare manutenzione e a versare il 30% delle tariffe incamerate con i parcheggi, e il tutto, dopo 60 anni massimo, finirà al privato».
Da ricordare, inoltre, che il sindaco non ha fornito nell’atto passato e approvato in consiglio comunale nell’aprile 2009 alcuna stima dei costi delle opere che il Comune si impegnava a realizzare, essendo questi legati alla soluzione progettuale che il concedente avrebbe presentato.
Una mancanza di informazione che toccava altri elementi determinanti per operare una scelta oculata: la stima del valore del diritto reale di superficie perpetuo oggetto di promessa di cessione al Comune, la misura delle riscossioni da tariffa per le soste e la misura della mancata riscossione della tariffa per le gratuità assegnate ai visitatori del parco zoologico.
«Confidiamo che, dopo oltre un anno, i nuovi consiglieri di maggioranza considerino con più equanimità la questione –conclude Vecchi–, sconfessino quanto deliberato dai loro predecessori e archivino per sempre un accordo capestro per gli stresiani e nell’esclusivo interesse del privato.
Altrimenti, per tutelare la collettività, saremo costretti a rivolgerci alla Procura. Questo deve essere
chiaro: il gruppo Insieme! non permetterà a Di Milia di svendere Stresa»
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