Friday, May 20, 2011

Elementari di Stresa: Genitori in prima linea contro i "tagli". Mercoledì incontro tra le parti


Brutta sorpresa in arrivo per i genitori delle scuole elementari di Stresa e Gignese in vista del prossimo anno scolastico che, a seguito delle direttive dettate dalla riforma Gelmini, potrebbero perdere un pomeriggio alla settimana, passando da 30 a 27 ore effettive di lezione, con le immaginabili gravi conseguenze per famiglie e bambini, che si vedono sottrarre opportunità di apprendimento. A dare l’allarme un gruppo di genitori, pronto a costituirsi in comitato per
 difendere le ore di scuola e la qualità dell’insegnamento dei propri figli, in una lettera inviata nei giorni scorsi al sindaco di Stresa, Canio di Milia, al dirigente scolastico Giovanni Marciano e all’Ufficio scolastico territoriale.

 Il taglio all’organico avrebbe dovuto già verificarsi in passato, ma gli sforzi del dirigente lo hanno evitato, cosa non più possibile a partire dall’anno scolastico che inizierà a settembre. «Tale decisione comporta gravi disagi ai docenti che non potranno più garantire le attuali ore di insegnamento, qualora prosegua la necessaria assistenza da parte degli insegnati nell’ora di mensa - si legge nella lettera - e chiediamo attenzione delle autorità per trovare una soluzione al problema». La questione sta dunque nelle tre ore setti-manali trascorse dai bambini in mensa durante le tre giornate di tempo pieno con lezione anche al pomeriggio. Ore che non sonopreviste dal ministero dell’Istruzione università e ricerca (Miur). 

Per questo la riduzione dell’orario scolastico penalizzerà un pomeriggio, ammesso che non si trovino delle soluzioni alternative prevedendo il coinvolgimento degli enti territoriali, come suggerito dai genitori. «Siamo a chiedere l’intervento del Comune di Stresa affinché si possa trovare una soluzione al problema dell’ora di mensa, con personale esterno idoneo a garantire l’assistenza ai bambini - spiega Cristina Bolongaro, portavoce dei rappresentanti di classe - e perché intervenga con il provveditorato per verificare le ragioni e soprattutto la correttezza dei drastici tagli al personale». 

Una possibile soluzione arriva direttamente dai genitori, auspicando l’intervento dell’amministrazione comunale affinché «chieda alle cooperative incaricate del servizio mensa di aumentare il personale - conclude la Bolongaro - così da poter garantire l’assistenza necessaria ai bambini, liberando da tale ruolo i docenti che si potranno occupare solo delle ore di insegnamento». I costi di gestione passerebbero così dallo Stato all’ente territoriale già peraltro penalizzato dall’azzeramento dei trasferimenti. Un problema che esula dalla riforma della scuola in sé, ma che ha una ricaduta inevitabile sull’intera comunità. Intanto genitori e bambini si aspettano, e meritano, una risposta.
(Daniela Buratti su EcoRisveglio)

No comments:

Post a Comment