Da: VCO AzzurraTV
Ipotesi conferimento rifiuti del VCO in Svizzera ed eventuale dismissione – nella sua funzione di forno inceneritore – dell’impianto di Mergozzo. Si continua nell’approfondimento dell’opzione con una valutazione dei suoi reali costi e benefici. Ieri una delegazione provinciale e dell’Ato Rifiuti si è recata sulle lago di Losanna a Monthey, dove opera SATOM, un consorzio pubblico disponibile ad occuparsi dello smaltimento di quell’eccedenza annua che non riusciamo a gestire localmente – circa 4000 tonnellate – o addirittura l’intera produzione di immondizia del Verbano Cusio Ossola, 32 mila tonnellate all’anno. “Se decidessimo per questa eventualità la società svizzera chiede di saperlo entro settembre per evidentemente programmare la sua attività” spiega l’assessore provinciale Desanti che fa sapere come un’apposita commissione tecnica sia al lavoro per raffigurare la spesa complessiva dell’invio nel Vallese che parte da un costo di 85 euro la tonnellata per la termovalorizzazione. “Entro fine gennaio, consultando alcune ditte specializzate per questo tipo di trasporto su ferro e su gomma per un tratto finale di poco meno di un chilometro, avremo dei preventivi precisi per il conferimento a Montey da raffrontare anche con una seconda ipotesi, quella di Parona Lomellina” spiega Roberto Righetti, direttore del Coub Ossola. La stazione di trasferimento – se passasse la soluzione svizzera – sarebbe lo scalo di Domo2: lo stoccaggio – visto che il caricamento su appositi container avverrebbe per 3,4 viaggi al mese – si effettuerebbe nello stesso scalo ferroviario oppure presso i siti delle Nosere o di Mergozzo. “Gli aspetti tecnici legati al trasporto – puntualizza l’assessore Desanti – sono la vera questione da definire. La loro incidenza sulla spesa finale deve essere contenuta indicativamente in 35 euro la tonnellata, se fosse superiore non avrebbe senso visto che smaltire a Mergozzo oggi mediamente costa 134 euro”. Solo con un margine dai 10 ai 20 euro a tonnellata di fatto la soluzione di Monthey appare sostenibile. Entro fine estate è chiaro la decisione sarà assunta: mantenere in vita o riconvertire ad altro utilizzo l’impianto di Prato Michelaccio.
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