Piccola. Talmente piccola e isolata da apparire forte. E’ il paradosso della Provincia del Verbano Cusio Ossola, territorio che ha poco più di 160 mila abitanti, che sfugge alla scure della manovra del Governo soltanto grazie alla vicinanza con la Svizzera. Salvata dal confine con Vallese e Ticino, gli stessi Cantoni che - tenendo aperte le porte del lavoro a 5 mila frontalieri - contribuiscono a rendere meno drammatiche le cifre nere dell’occupazione. Chi non dimentica troverà altre pagine che legano questo territorio a sentimenti di gratitudine eterna per la vicina Confederazione: quando sul finire della repubblica partigiana dell’Ossola migliaia di bambini furono accolti
dalle famiglie svizzere, per metterli al riparo dalla temuta rappresaglia nazista.
Frontiera e montagna, due elementi che oggi, a diciotto anni dall’istituzione della Provincia, consentono di far sventolare ancora la bandiera del Vco. Il presidente Massimo Nobili: «Il Governo, escludendo dai tagli chi confina con Stati esteri, ha colto la particolarità di un territorio come il nostro. E’ un’attenzione che mi fa piacere perché ci spinge a proseguire sulla strada intrapresa, quella per ottenere l’autonomia che vuole dire più competenze, più risorse, riconoscimento della nostra specificità. Ci batteremo per il riconoscimento di una zona franca montana doganale». Nobili, che è anche presidente dell’Unione province piemontese, non condivide però la decisione di fare tabula rasa degli enti sotto i 220 mila abitanti: «Il ruolo delle Province, intermedio tra Regione e Comuni, è strategico perché consente di dare risposte concrete e lo sarà ancora di più con il federalismo. I risparmi vanno fatti tagliando gli enti a livello centrale, molti dei quali non servono a nulla».
Intanto da Biella e Vercelli, le province vicine che traballano, arrivano proposte di rivedere i confini coinvolgendo il quadrante completato da Novara e, ovviamente, Verbano Cusio Ossola. «Se qualcuno vuole rivedere i confini - dice Nobili - siamo ben disponibili, tenendo conto che vanno rispettate le volontà delle comunità locali come è successo quando ci siamo divisi dal Novarese». E allora l’idea della riunificazione del Cusio - e del prolungamento sul Lago Maggiore - potrebbe tornare ad animare il dibattito. Per adesso c’è un primo risultato: il Vco non si tocca. E lo sottolinea anche Michele Marinello, sindaco domese uscente e consigliere regionale della Lega: «La Provincia esce rafforzata, abbiamo una salda identità territoriale montana che va tutelata e peculiarità da valorizzare ancora di più. Il Vco oggi conta ma in futuro conterà ancora di più».
(Carlo Bologna su La Stampa)
Wednesday, May 26, 2010
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