Saturday, May 22, 2010

Stresa: Ottimismo per la funivia, la Regione chiederà una proroga della concessione

La funivia del Mottarone è salva. Non effettuerà l’ultima corsa il 16 luglio, alla scadenza dei 40 anni. La giunta guidata da Roberto Cota ha finanziato con 53 mila euro lo studio sulla base del quale ottenere, in tempo utile, dall’Ustif (l’ente preposto alle autorizzazioni al funzionamento degli impianti a fune) la proroga di due anni durante i quali assegnare la concessione, inizialmente di 6 anni prorogabili per altri 6 e poi quella ventennale messa a gara con bando europeo. Ad assumersi l’impegno, ieri mattina, con il comune di Stresa, la Provincia e gli
operatori turistici della vetta è stato il neo-assessore regionale al Turismo, Alberto Cirio, negli incontri avuti in municipio e al Distretto turistico, impegno poi confermato in conferenza stampa a fine mattinata. Nell’immediato sarebbe la società ferrovie del Mottarone a gestire l’impianto. «Con l’attuale gestore però - ha precisato - andremo a negoziare per potenziare il servizio. Non è pensabile che mentre stiamo parlando, dalle 12 alle 14, l’impianto non effettui corse perché i turisti si muovono anche in questa fascia oraria».
Sull’attribuzione della proprietà dell’impianto, chiarito che è in carico alla Regione, resterebbe un nodo da sciogliere: farlo dipendere dal Turismo oppure dai Trasporti? La soluzione individuata parrebbe la seconda, Cirio infatti ha manifestato la volontà di inserire la funivia «nel trasporto locale per poter fruire delle possibilità di finanziamento». Il senatore Walter Zanetta, s’è impegnato a presentare emendamenti in sede di attribuzione di fondi al trasporto pubblico locale. Il nodo sull’attribuzione della proprietà, ha ricordato il presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo, s’era determinato perché «una legge ne attribuiva la proprietà al comune di Stresa con il quale però non è stato sottoscritto alcun contratto (perché molto al di sotto dei 20 mila abitanti, il minimo di legge per consentire ad un comune di assumersene la proprietà, ndr)».
(Ma.Ra. su La Prealpina)

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