I sepolcri imbiancati di Piervalle
Sembra una scena familiare, tra amici; potrebbe essere descritta in qualche pagina di spoul river; qualche autorità delegata, i premiati che attendono in fila, un poco incerti tra la soddisfazione ed un qualche imbarazzo, le parole di circostanza, ma pronunciate in maniera garbata e quasi severa dal delegato; i premi, semplici, ma simbolici, consegnati uno ad uno ed una stretta di mano, un po’
meccanica. La cerimonia è breve, anche l’alcalde, sopraggiunto non appena libero da incessanti impegni, riesce a manifestare la propria soddisfazione: è raggiante, o almeno sembra. Il premio è tutto consumato all’interno delle rassicuranti mura del palazzo ed alla fine la tensione si scioglie, è quasi un rompere le righe, i convenuti riacquistano la loro spontaneità, quasi ritrovandosi tra amici di sempre.
Così si compie quasi un rito che premia la cura e l’esposizione dei fiori. Certamente non è unico, neppure molto singolare, anzi si ripete un po’ ovunque; forse non c’è paese, borgo o cittadina d’Italia che non indice un premio sul tema. Nulla di male e come poter farne una critica? Saremmo sommersi da critiche noi stessi e ci sarebbe difficile giustificarci, appartenendo, per di più, alla schiera dei verdi pollici. Ma proprio questo ci fa nascere tanti dubbi, non certo a carico dei premiati, ma degli organizzatori. Insomma, il titolo non lo abbiamo messo a caso e guardare quei giardini storici, schierati lungo la promenade, distrutti dalla volontà dell’uomo, e solo da quella , qualche domanda seria agli organizzatori del premio, nostri governanti, ben ci vien da fare, sperando che qualche delegato, prima o poi, volga lo sguardo e almeno faccia finta di avvedersene.
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