Thursday, December 23, 2010

Stresa: Si cerca una soluzione "morbida" per il rinnovo delle concessioni

«Ventidue famiglie rischiano di perdere l’unica fonte di sostentamento. In ballo tra titolari e dipendenti ci sono 40 posti di lavoro». Così, ieri mattina davanti al municipio di Stresa, i titolari di venti banchetti di vendita souvenir e oggettistica e di due chioschi bar dell’Isola Bella e dell’Isola dei Pescatori sono scesi in piazza per chiedere la tutela delle proprie attività e dei posti di lavoro. All’origine della protesta ci sono le conseguenze della direttiva europea cosiddetta «Bolkenstein», recepita dall’Italia con un
decreto legislativo: la normativa stabilisce l’introduzione della concorrenza per l’affidamento di attività commerciali su suolo pubblico e vieta quindi i rinnovi automatici della concessioni. Ai 20 titolari di chioschi per souvenir è stato comunicato che, in attesa dei necessari adempimenti normativi da parte della conferenza Stato-Regioni, dal 22 aprile (data di scadenza delle concessioni) si procederà con proroghe di fatto. Ai due chioschi di somministrazione bevande invece il Comune ha intimato, visto che la concessione annuale scade il 31 dicembre, la rimozione dei manufatti e il ripristino delle aree. «Non si capisce perché il Comune di Stresa abbia voluto anticipare i tempi e applicare una legge che non ha ancora tutti i regolamenti di attuazione - protesta Andrea Brunoni, titolare di uno dei due bar a rischio -. Nel mio caso non vedo come il chiosco, una volta rimosso, potrà essere autorizzato nuovamente e ottenere i permessi tra cui quello della sovrintendenza».

Alla protesta è seguito un incontro, a tratti molto animato, con il sindaco Canio Di Milia: «In attesa delle decisioni della conferenza Stato-Regioni ci sarà una proroga e immagino che comunque sarà prevista un’uscita morbida, con un rinnovo delle concessioni» spiega Di Milia. Sui chioschi di somministrazione bevande aggiunge: «Non rientrano nell’area mercatale e perciò la direttiva si applica da subito con il divieto di rinnovo delle concessioni. È una legge, a cui purtroppo l’amministrazione comunale non può che attenersi».

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