Thursday, April 9, 2009

Aiuti a chi cura gli anziani a casa


Da: La Stampa

La Regione ha deciso di finanziare con 51 milioni le famiglie che si faranno carico di un programma di cure domiciliari per gli anziani non autosufficienti con più di 65 anni. Tra 60 giorni le persone interessate potranno presentare la richiesta per ottenere un contributo economico variabile in base alla gravità della situazione dell’assistito. Un contributo da utilizzare in modo flessibile scegliendo tra i servizi dell’assistenza domiciliare, le cure familiari, l’affidamento del malato a volontari, singoli o famiglie, il telesoccorso e la consegna di pasti a domicilio.
La Regione conta di dare un’opportunità di assistenza domiciliare a 5100 persone non autosufficienti. La delibera approvata dalla giunta regionale su... proposta degli assessori alla Sanità, Eleonora Artesio, e al Welfare, Angela Migliasso, parte dai risultati postivi ottenuti dalle sperimentazione dell’assegno di cura e lo trasforma in un «bonus per l’assistenza domiciliare».
I contributi
«L’importante - spiega l’assessore alla Sanità, Eleonora Artesio - è che la scelta delle prestazioni non superi gli 800 euro al mese per la bassa intensità assistenziale, 1100 per la media e 1350 per la medio-alta intensità». Metà di questa somma è a carico della sanità pubblica e dunque sarà fornita a tutti gli anziani non autosufficienti che saranno assistiti a casa. L’altra metà è a carico del cittadino o dell’ente gestore dei servizi sociali nel caso di redditi bassi. Il Piemonte è uno dei territori più «anziani» in Italia con una percentuale di persone con più di 65 anni d’età che alla fine del 2007 era il 22,69 per cento della popolazione. Spiega Bresso: «Per noi è prioritario investire nella costruzione di una rete di servizi sempre più adeguati alle differenti e complesse necessità degli anziani. Il bonus ha l’obiettivo di mantenere quanto più possibile la persona non autosufficiente nel suo contesto abituale di vita».
Badante o familiare
Con il «bonus», dunque, le famiglie potranno assicurare all’assistito un piano di assistenza individualizzato (Pai) deciso con l’Asl o gli enti gestori. Una volta condiviso il piano le famiglie potranno scegliere come attuarlo. L’assegno, così potrà servire per pagare un’assistente familiare, per intenderci colf o badante, che dovrà essere assunta con regolare contratto. «Per la prima volta - spiegano Artesio e Migliasso - si riconosce anche dal punto di vista economico il valore dell’assistenza da parte dei familiari».
E così quando un familiare esercita le funzioni di cura gli viene riconosciuto un compenso mensile variabile tra i 200 e i 400 euro al mese in base al livello di intensità assistenziale. Per incentivare la pratica dell’affidamento dell’anziano, sul modello di quanto già avviene per i minori in difficoltà, la Regione riconosce un sostegno economico variabile tra i 400 e i 600 euro al mese.
(Maurizio Tropeano)

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