Saturday, October 2, 2010

Offshore: Visibilità limitata è un problema? No, potremmo guidare anche guidati dal satellite

Ricorda un po’ la cabina di pilotaggio degli aerei: pilota e throttleman dei catamarani di Offshore Class 1 hanno davanti a sé un’ampia strumentazione: oltre all’indicatore di velocità, i monitor per controllare l’assetto dell’imbarcazione, il display con i parametri di funzionamento dei motori, luci di allarme e il sistema di navigazione satellitare per il controllo della rotta.
La visuale dall’abitacolo è limitata a piccole aperture nel cupolino di sicurezza, che protegge i piloti in caso di impatto con l’acqua fino a
oltre 200 km/h. Il cockpit è però un ambiente poco ospitale: «All’interno c’è un rumore infernale, ci si parla con la radio e ci si sente appena», ha spiegato al termine della gara Guido Cappellini, dieci volte campione del mondo di Formula 1 Inshore ora passato alla Class 1. Con il controllo di direzione, il volante in termini automobilistici, affidato a un componente dell’equipaggio e le manette della potenza e dell’assetto all’altro, è necessaria quindi un’intesa perfetta.
«Sì, per ottenere i risultati è essenziale avere un ottimo feeling tra pilota e throttleman, quello che io e Marcello Menegatto abbiamo trovato ieri nonostante fosse una delle nostre prime uscite». Il momento più difficile per ogni equipaggio è quello dei sorpassi, quando, al momento di uscire dalla scia dell’imbarcazione che precede, il catamarano affronta l’onda causata dall’altro concorrente e deve procedere a velocità regolare con attenzione a potenza e assetto per evitare pericolosi impennaggi.
Una gara, quella di ieri, resa ancora più impegnativa dalla foschia, che andava a limitare parzialmente la visibilità: «In realtà noi non abbiamo mai utilizzato il Gps durante la gara, sulle acque del lago è più facile procedere a vista, in mare sarebbe stata sicuramente un’altra cosa». Nonostante le condizioni meteo i catamarani hanno comunque sfrecciato lungo il circuito ad una velocità di circa 192 km/h, sfruttando appieno la potenza dei motori e le condizioni del lago con moto ondoso ridotto al minimo.
(La Stampa)

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