Tuesday, October 27, 2009

Disagio pendolari: Di Milia scrive ai parlamentari del territorio


Ieri sera un gruppo di pendolari ha così deciso di fare sentire la propria voce al momento del rientro sul Cisalpino delle 18,25 da Milano, che arriva a Stresa alle 19,20. Condizioni di viaggio difficili, quasi impossibili, che rischiano di precipitare ancora di più con le ventilate modifiche all’orario ferroviario, che dovrebbero scattare dal 9 dicembre. I pendolari hanno alzato, come si dice, le antenne, preoccupati dal riserbo e dalla mancanza di notizie ufficiali: non vogliono trovarsi, ancora una volta, di fronte al fatto compiuto, come già successo in passato. «Periodicamente, da un po’ di anni a questa parte, gira questa voce sul taglio di treni e fermate, certo sono preoccupato perché se l’attuale Cisalpino delle 18,25 non dovesse più fermare a Stresa per tutti noi sarebbe ancora più difficile - dice Maurizio Medina - senza dimenticare le condizioni dei treni alla mattina, le carrozze sono una vera vergogna». «Se non fermasse più il 18,25 da Milano Centrale non ci rimarrebbe che il 18,35 da Porta Garibaldi, un treno lento, che vorrebbe dire arrivare a Stresa quasi alle 20 e così la giornata si allunga ancora di più».
A Stresa sono tanti, forse più di un centinaio anche se statistiche precise non ne esistono, che ogni giorno per raggiungere i luoghi di lavoro o di studio, salgono sui treni verso Milano. Un viaggio difficile, faticoso, che per qualcuno comincia addirittura alle 5,23.
Molti pendolari arrivano anche dai paesi limitrofi e da Verbania: «la stazione di Stresa è ormai diventata una sorta di hub, grazie alle fermate degli attuali Cisalpino» spiega Sandro Tonino. «Io vengo da Gravellona - sottolinea ad esempio Medina - certo Verbania sarebbe più comodo, ma qui, almeno fino ad oggi ferma il Cisalpino».
«Chiediamo solo un servizio decente - dice Nadia Strola - io il 4 novembre festeggio 18 anni di pendolarismo e negli anni ho visto un costante peggioramento, da Gallarate in poi verso Milano anche i ritardi sono sempre in agguato». Arrabbiato anche un altro pendolare di lungo corso, Lorenzo Buzzi, di Stresa, che da 30 anni viaggia sulla Milano Domodossola: «Normalmente prendo il 17,25 da Milano, ma è una cosa immonda, sporco, non va mai».
Le indiscrezioni danno per il «17,25 da Milano» un futuro da treno internazionale: «Così a noi toccherà pagare il supplemento, insomma un aumento camuffato del prezzo dei biglietti» protesta Buzzi.
In stazione anche il sindaco Canio Di Milia: «So cosa vuol dire essere un pendolare, l’ho fatto anch’io da studente. E’ giusto che facciano sentire la loro voce, io scriverò a breve una lettera ai parlamentari del territorio per sollecitare un loro intervento anche a livello del governo».
(Da La Stampa, di Luca Gemelli)

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