Da: La Prealpina
Due poesie di Rino Boeri, comandante della prima formazione partigiana operante sul Mottarone, pubblicate nel 1949 lette da una giovane studentessa.
Ha voluto iniziasse così il rito dei discorsi conclusivi la commemorazione del 64° anniversario della Liberazione davanti al monumento ai caduti della prima guerra mondiale, ieri mattina, il sindaco, Canio Di Milia. Per una ragione precisa, anticipata dallo stesso primo cittadino: «Dal prossimo anno, la manifestazione cambierà. Pensiamo di dare maggior spazio ai ragazzi delle scuole. A loro, infatti, venendo gradualmente meno la partecipazione diretta dei protagonisti e dei testimoni delle vicende di oltre 60 anni fa, a causa dello scorrere inesorabile del tempo, spetta il compito di raccogliere il testimone, di fare memoria perché il sacrificio di quanti si sono battuti e sono morti per la nostra liberà non sia dimenticato».
Prima della lettura dei versi di Boeri, l’assessore incaricato al Turismo - insegnante alle scuole medie cittadine - ha ricordato brevemente la figura di Boeri. Ha ripreso, quindi, la parola Di Milia che ha accennato, dopo il ricordo dei caduti e dei partigiani, al dibattito innescato dalla proposta di legge mirata «a garantire un riconoscimento economico ed un valore anche a quanti hanno combattuto dall’altra parte. Una equiparazione che non può essere. Non si può dare lo stesso valore alla lotta di chi ha combattuto tedeschi e fascisti e quella di chi si schierò al fianco di quanti, anche da noi, si dedicarono alla persecuzione degli ebrei. A pochi chilometri da qui c’è stata la seconda strage, per numero di vittime, di ebrei in Italia (quella di Meina la cui ultima testimone, Becky Behar è morta a gennaio poco prima del Giorgno della Memoria, ndr)». Il sindaco ha concluso il suo discorso con «Viva il 25 aprile!».
Il corteo s’era mosso, alle ore 11.45 circa dalla chiesa parrocchiale dove s’era celebrata la messa di suffragio, aveva percorso le strade interne fino a piazza Sirtori. Qui era stata deposta una corona d’alloro ai piedi del monumento agli ebrei di Stresa deportati. Poi il corteo è sceso al lungolago per concludersi davanti al monumento ai caduti della prima guerra mondiale.(m.ra.)
Ha voluto iniziasse così il rito dei discorsi conclusivi la commemorazione del 64° anniversario della Liberazione davanti al monumento ai caduti della prima guerra mondiale, ieri mattina, il sindaco, Canio Di Milia. Per una ragione precisa, anticipata dallo stesso primo cittadino: «Dal prossimo anno, la manifestazione cambierà. Pensiamo di dare maggior spazio ai ragazzi delle scuole. A loro, infatti, venendo gradualmente meno la partecipazione diretta dei protagonisti e dei testimoni delle vicende di oltre 60 anni fa, a causa dello scorrere inesorabile del tempo, spetta il compito di raccogliere il testimone, di fare memoria perché il sacrificio di quanti si sono battuti e sono morti per la nostra liberà non sia dimenticato».
Prima della lettura dei versi di Boeri, l’assessore incaricato al Turismo - insegnante alle scuole medie cittadine - ha ricordato brevemente la figura di Boeri. Ha ripreso, quindi, la parola Di Milia che ha accennato, dopo il ricordo dei caduti e dei partigiani, al dibattito innescato dalla proposta di legge mirata «a garantire un riconoscimento economico ed un valore anche a quanti hanno combattuto dall’altra parte. Una equiparazione che non può essere. Non si può dare lo stesso valore alla lotta di chi ha combattuto tedeschi e fascisti e quella di chi si schierò al fianco di quanti, anche da noi, si dedicarono alla persecuzione degli ebrei. A pochi chilometri da qui c’è stata la seconda strage, per numero di vittime, di ebrei in Italia (quella di Meina la cui ultima testimone, Becky Behar è morta a gennaio poco prima del Giorgno della Memoria, ndr)». Il sindaco ha concluso il suo discorso con «Viva il 25 aprile!».
Il corteo s’era mosso, alle ore 11.45 circa dalla chiesa parrocchiale dove s’era celebrata la messa di suffragio, aveva percorso le strade interne fino a piazza Sirtori. Qui era stata deposta una corona d’alloro ai piedi del monumento agli ebrei di Stresa deportati. Poi il corteo è sceso al lungolago per concludersi davanti al monumento ai caduti della prima guerra mondiale.(m.ra.)
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