Monday, April 20, 2009

Nuovi parchi nel futuro della provincia del Vco


Da: La Prealpina

S’è parlato di parchi e di biodiversità, ieri al Tecnoparco, nel convegno sulle "Aree protette del Vco" promosso dalla Provincia. «Un convegno che, a fine mandato, è un’occasione per ribadire che l’amministrazione ha curato con attenzione le aree di tutela della flora e della fauna - ha detto l’assessore ai Parchi, Paolo Caruso - L’aver mantenuto 5 parchi con l’obiettivo, peraltro in via di definizione, di realizzarne altri 5 è motivo di soddisfazione». I nuovi parchi saranno: Valle Antrona, Alta Val Strona, San Martino di Vignone, Ornavasso e Mottarone.
Il tema, "Biodiversità: una ricchezza da conservare", ha dato modo ai... relatori di spaziare a tutto tondo nell’universo naturalistico del territorio. Così, dopo i saluti dell’assessore, la responsabile del settore faunistico della Provincia, Elena Lux, ha illustrato quanto è stato fatto e quanto si continuerà a fare per impedire che la fauna selvatica, attraversando le strade, finisca sotto le auto. Come i paracarri "a riflessione" per tenere lontani gli animali e uno studio accurato sulle zone che più frequentemente sono a rischio. Angela Boggero, ricercatrice del Cnr di Pallanza, ha illustrato lo studio sui gamberi di fiume. Specie rara che, dove presente, indica una buona qualità delle acque. Il gambero di fiume vive a temperature piuttosto fresche e dove nell’acqua non c’è acidità o eccessiva alcalinità. La ricerca è tesa appunto a individuarne i soggetti e i loro habitat. Ma non è tutto: vi sono insetti da proteggere, come una specie rara di farfalla, anche nelle valli alpine dove, in questi ultimi anni, s’è notata una certa diminuzione. Nell’occasione è stato presentato anche un dvd realizzato da Marco Tessaro che contiene descrizioni, immagini e commenti sulle “Aree protette del Vco”, comprese quelle che dovranno ancora essere costituite. «L’aumento di queste aree -ha detto ancora l’assessore Caruso- è la garanzia che si intende preservare gli ambienti naturali così come sono». Senza l’invadenza, quindi, dell’uomo che rischia di sconvolgere ambienti che da sempre hanno specifiche peculiarità sia per la flora sia per la fauna. (g.m.)

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