Da: La Prealpina
Fino a pochi mesi fa era un magazzino abbandonato, spoglio e da riattare. Oggi è una sala confortevole e accogliente, con un moderno impianto audiovisivo e l’aspetto d’un salotto.
Il quarto piano dell’ala nuova del “Castelli” da ieri è la nuova "casa" dell’Oncologia, sede del Centro di educazione terapeutica oncologica. Il dipartimento, che a breve sarà ratificato come struttura indipendente all’interno dell’Asl, può fregiarsi di un nuovo primato, d’un luogo che pochi poli oncologici piemontesi hanno. Il merito, più che dell’Asl (proprietaria dei muri), è... dell’impegno di volontarie e volontari che ruotano attorno al reparto diretto dal dottor Sergio Cozzi. Da lui e dal suo staff è partita l’idea, applicata da un poker di soggetti privati: l’associazione Amici dell’oncologia, la Lilt (Lega italiana lotta contro i tumori), gli Alpini di Suna e la Fondazione Banca di Intra. Tutti insieme hanno raccolto i circa 80mila euro che hanno permesso di trasformare quel sottotetto del “Castelli”. «Con nostro enorme piacere. Ancora una volta questo territorio dimostra la sua vocazione di solidarietà», ha sottolineato il direttore generale dell’Asl Vco, Ezio Robotti. «Siamo un gruppo di amici che due anni fa decise di organizzare una cena -ha raccontato Franco Moretti, vicepresidente della Onlus Amici dell’Oncologia- Poi ci hanno presentato questo progetto, ci abbiamo creduto e siamo qua».
Tecnicamente il Centro di educazione terapeutica oncologica è il luogo in cui ai pazienti e ai loro familiari vengono fornite informazioni sulla malattia, il suo decorso, le terapie da seguire, la loro durata e i loro effetti. È il luogo in cui si cerca di umanizzare la malattia, per far sì che, a prescindere dalle cure, ciascuno abbia la miglior qualità di vita possibile. E non solo il malato, ma anche chi lo ha in cura, che spesso è inadeguato ad affrontare simili situazioni. Una volta ristrutturati e arredati i locali, il quarto piano è in attesa d’un nome. In un’opera di "brainstorming" - così l’ha scherzosamente definita Moretti -, è stato stilato un elenco di proposte, aperto però ai suggerimenti, quasi fosse un concorso. (m.p.)
Il quarto piano dell’ala nuova del “Castelli” da ieri è la nuova "casa" dell’Oncologia, sede del Centro di educazione terapeutica oncologica. Il dipartimento, che a breve sarà ratificato come struttura indipendente all’interno dell’Asl, può fregiarsi di un nuovo primato, d’un luogo che pochi poli oncologici piemontesi hanno. Il merito, più che dell’Asl (proprietaria dei muri), è... dell’impegno di volontarie e volontari che ruotano attorno al reparto diretto dal dottor Sergio Cozzi. Da lui e dal suo staff è partita l’idea, applicata da un poker di soggetti privati: l’associazione Amici dell’oncologia, la Lilt (Lega italiana lotta contro i tumori), gli Alpini di Suna e la Fondazione Banca di Intra. Tutti insieme hanno raccolto i circa 80mila euro che hanno permesso di trasformare quel sottotetto del “Castelli”. «Con nostro enorme piacere. Ancora una volta questo territorio dimostra la sua vocazione di solidarietà», ha sottolineato il direttore generale dell’Asl Vco, Ezio Robotti. «Siamo un gruppo di amici che due anni fa decise di organizzare una cena -ha raccontato Franco Moretti, vicepresidente della Onlus Amici dell’Oncologia- Poi ci hanno presentato questo progetto, ci abbiamo creduto e siamo qua».
Tecnicamente il Centro di educazione terapeutica oncologica è il luogo in cui ai pazienti e ai loro familiari vengono fornite informazioni sulla malattia, il suo decorso, le terapie da seguire, la loro durata e i loro effetti. È il luogo in cui si cerca di umanizzare la malattia, per far sì che, a prescindere dalle cure, ciascuno abbia la miglior qualità di vita possibile. E non solo il malato, ma anche chi lo ha in cura, che spesso è inadeguato ad affrontare simili situazioni. Una volta ristrutturati e arredati i locali, il quarto piano è in attesa d’un nome. In un’opera di "brainstorming" - così l’ha scherzosamente definita Moretti -, è stato stilato un elenco di proposte, aperto però ai suggerimenti, quasi fosse un concorso. (m.p.)
No comments:
Post a Comment