Tutti arriveranno davanti ai cancelli dell´istituto di buon ora, diranno ufficialmente addio alle vacanze estive ed entreranno in aula. E' quel che succede oggi a più di mezzo milione di studenti, ma anche a quasi 47 mila docenti. Perché dopo tante polemiche, la scuola allontana per un istante i timori legati alla riforma Gelmini e all´influenza A e celebra il rito del primo giorno.
A sedersi nei banchi saranno 5.352 studenti in più rispetto all´anno passato, per un incremento di poco superiore all´1 per cento. Tutto merito degli istituti dell´infanzia, la cui popolazione scolastica è cresciuta del 3,6 per cento, e delle scuole medie, che registrano il 5 per cento di studenti in più. Stabile invece il numero degli alunni delle elementari, in lievissima flessione quello dei ragazzi che da oggi frequenteranno le superiori.
E se i numeri della scuola piemontese crescono il merito è degli allievi stranieri. Quest´anno saranno circa 57 mila, ossia più del 10 per cento della popolazione scolastica complessiva. In proporzione le colonie più nutrite di ragazzi senza cittadinanza italiana frequentano le elementari e le medie, dove la loro quota sul totale raggiunge rispettivamente il 12 e l´11,5 per cento. Non tutti, però, provengono dall´estero: un alunno su tre è uno straniero di seconda generazione, cioè è nato in Italia da genitori non italiani. Da dove provengono? La comunità più vasta è quella rumena, seguita da quelle marocchina, albanese, peruviana, cinese, moldava, egiziana e brasiliana.
Dunque in Piemonte gli istituti ospiteranno più studenti, ma daranno anche lavoro a meno persone. Non è ancora chiaro quanti docenti resteranno senza cattedra, perché dopo il primo giro di nomine fatte dagli Uffici scolastici provinciali, scatteranno le chiamate da parte dei singoli istituti per le supplenze. Solo allora, spiegano i sindacati, si potrà avere una fotografia precisa del danno occupazionale causato dalla riforma Gelmini. (Di Stefano Parola su La Repubblica)
A sedersi nei banchi saranno 5.352 studenti in più rispetto all´anno passato, per un incremento di poco superiore all´1 per cento. Tutto merito degli istituti dell´infanzia, la cui popolazione scolastica è cresciuta del 3,6 per cento, e delle scuole medie, che registrano il 5 per cento di studenti in più. Stabile invece il numero degli alunni delle elementari, in lievissima flessione quello dei ragazzi che da oggi frequenteranno le superiori.
E se i numeri della scuola piemontese crescono il merito è degli allievi stranieri. Quest´anno saranno circa 57 mila, ossia più del 10 per cento della popolazione scolastica complessiva. In proporzione le colonie più nutrite di ragazzi senza cittadinanza italiana frequentano le elementari e le medie, dove la loro quota sul totale raggiunge rispettivamente il 12 e l´11,5 per cento. Non tutti, però, provengono dall´estero: un alunno su tre è uno straniero di seconda generazione, cioè è nato in Italia da genitori non italiani. Da dove provengono? La comunità più vasta è quella rumena, seguita da quelle marocchina, albanese, peruviana, cinese, moldava, egiziana e brasiliana.
Dunque in Piemonte gli istituti ospiteranno più studenti, ma daranno anche lavoro a meno persone. Non è ancora chiaro quanti docenti resteranno senza cattedra, perché dopo il primo giro di nomine fatte dagli Uffici scolastici provinciali, scatteranno le chiamate da parte dei singoli istituti per le supplenze. Solo allora, spiegano i sindacati, si potrà avere una fotografia precisa del danno occupazionale causato dalla riforma Gelmini. (Di Stefano Parola su La Repubblica)
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