Racchelli: Ultimo atto di Piervalle
E’ passata in giudicato, come è uso dire, la vicenda di Ettore Racchelli, all’epoca dei fatti autorevole Assessore Regionale al turismo.
La verità giudiziaria ha affermato la definitiva colpevolezza dell’imputato, infliggendogli pene per oltre tre anni e cinque mesi, in gran parte indultate .
Per altri fatti, lo ricordiamo e forse più intriganti, Racchelli ne era
uscito assolto. Il personaggio occupa così la cronaca pubblica per un’ultima volta. Da quella politica ne era uscito molto prima quando, al culmine della parabola della sua brillante carriera, era caduto verticalmente, proprio nel momento in cui avrebbe potuto raccogliere gli allori olimpici della sua attività.
Le verità giudiziarie ormai non serve discuterle, ma neppure pensiamo che siano le sole ed uniche verità. Il personaggio era cresciuto, sostenuto da una forte ambizione personale, neppure sembrava destinato a fermarsi li dove era arrivato, forse voleva insidiare il seggio Presidenziale. La politica ha tuttavia le sue regole che se non sono proprio quelle presidiate dalla giustizia, a volte sono molto più efficaci ed in quella circostanza pensiamo che abbiano funzionato molto bene e che la sorniona capitale Piemontese abbia castigato l’irrequietezza del Racchelli.
Ultima osservazione, un po’ di costume. Nella vicenda erano stati trascinati anche personaggi minori, quelli che sempre seguono un po’ la sorte dei sovrani quando cadono. Di questi ne ricordiamo uno, “brillante”protagonista della “dolce vita” di Stresa della fine degli anni 60. Tutto avremmo immaginato ma non che, un po’ appesantito dagli anni ormai trascorsi da quella stagione di divertimenti, finisse la sua carriera sulle pagine della cronaca nera della politica. Ormai non ci dobbiamo stupire più di nulla e di nessuno .
E’ passata in giudicato, come è uso dire, la vicenda di Ettore Racchelli, all’epoca dei fatti autorevole Assessore Regionale al turismo.
La verità giudiziaria ha affermato la definitiva colpevolezza dell’imputato, infliggendogli pene per oltre tre anni e cinque mesi, in gran parte indultate .
Per altri fatti, lo ricordiamo e forse più intriganti, Racchelli ne era
uscito assolto. Il personaggio occupa così la cronaca pubblica per un’ultima volta. Da quella politica ne era uscito molto prima quando, al culmine della parabola della sua brillante carriera, era caduto verticalmente, proprio nel momento in cui avrebbe potuto raccogliere gli allori olimpici della sua attività.
Le verità giudiziarie ormai non serve discuterle, ma neppure pensiamo che siano le sole ed uniche verità. Il personaggio era cresciuto, sostenuto da una forte ambizione personale, neppure sembrava destinato a fermarsi li dove era arrivato, forse voleva insidiare il seggio Presidenziale. La politica ha tuttavia le sue regole che se non sono proprio quelle presidiate dalla giustizia, a volte sono molto più efficaci ed in quella circostanza pensiamo che abbiano funzionato molto bene e che la sorniona capitale Piemontese abbia castigato l’irrequietezza del Racchelli.
Ultima osservazione, un po’ di costume. Nella vicenda erano stati trascinati anche personaggi minori, quelli che sempre seguono un po’ la sorte dei sovrani quando cadono. Di questi ne ricordiamo uno, “brillante”protagonista della “dolce vita” di Stresa della fine degli anni 60. Tutto avremmo immaginato ma non che, un po’ appesantito dagli anni ormai trascorsi da quella stagione di divertimenti, finisse la sua carriera sulle pagine della cronaca nera della politica. Ormai non ci dobbiamo stupire più di nulla e di nessuno .
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