Wednesday, February 17, 2010

On Air: Le vostre lettere inviate a Stresa 2.0

La vendita delle indulgenze
di Piervalle

Pratica diffusasi nella Chiesa tra il XIV ed il XVI secolo, inizialmente affermatasi a fin di bene, essa degenerò nel tempo tanto da essere giudicata un vero e proprio scandalo e costituire uno dei motivi della Riforma. Insomma si vendevano per denaro le assoluzioni, plenarie o parziali, dai peccati e così la Chiesa si arricchiva e i poveri rimanevano poveri.  Questa, banalizzata, è la vicenda storica. Mutatis mutandis, ci possiamo chiedere se anche oggi, nelle società secolarizzate e forse anche scristianizzate
possono emergere forme inusuali di scambio tra beni: materiali ed immateriali. Certamente e per esempio, quello della politica è uno scenario dentro il quale si cerca, in tanti  modi, di ottenere il consenso con una promessa. Per vero, una delle forme più trasparenti è la diffusione del messaggio politico con lo scopo di convincere ed attrarre il potenziale cliente per dirla in termini di mercato, l’elettore. Poi ci sono molti altri modi; alcuni sono leciti, altri un po’ meno ed altri no. Veniamo a noi; i sensori sparsi sul territorio della nostra cittadina, alla vigilia quasi elettorale, ci dicono che una delle attuali forme di attrazione dell’elettorato è vendergli illusioni. Come si fa? Si contatta questo o quello che si sa ha segnalato di gradire di costruire sul suo  terreno ancora una casetta, magari su per la collina e gli si dice che l’occasione è quella buona: la variante appunto, cioè l’indulgenza plenaria recentemente emessa e   che è pronta a dispensare i benefici a quanti faranno penitenza. La penitenza sarà dare un voto a chi magari mai darebbero, ma si sa, da sempre :  “Parigi val bene una messa”.

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