Monday, February 1, 2010

Stresa: Con Chiara «La gioia di vivere non muore»


Una ragazza «esuberante, piena di vitalità». Così il parroco, don Angelo Zanetti, ha definito Chiara Calanna, la quattordicenne stroncata da un male incurabile a sostegno della quale erano sorti tre gruppi di preghiera a Stresa e Gignese e uno su Faceboook (Preghiamo per Chiara Calanna), ieri, durante l’omelìa funebre. Ma, al tempo stesso, dotata d’un raro senso di preveggenza avvertibile solo a tragedia compiuta.
«Non parlava mai - ha proseguito il sacerdote - del cammino che aveva davanti. Diceva che avrebbe
voluto vivere come se fosse stato sempre il periodo dell’adolescenza, quasi presagisse non le sarebbe stato consentito altro. Anche nella recita del rosario - ha rivelato - preferiva i quarti misteri. Quello gaudioso, quando Gesù viene presentato al tempio; quello glorioso, quando Maria ascende al cielo; quello doloroso, quando Gesù inizia la salita verso il Calvario. Lei, il suo personale Calvario, ha dovuto salirlo a soli quattordici anni». Tredici, se si considera che i primi sintomi del male si sono manifestati un anno e mezzo fa. Ma proprio lo spirito col quale Chiara ha affrontato la malattia, aveva esordito don Angelo, «deve spingerci a trasformare questo momento di dolore in un momento di gioia, anche se è difficile davanti a una bara».
Una bara sulla quale, oltre a un cuscinetto di fiori era stesa la maglia dello "Stresa vollley" che Chiara indossava in allenamento e durante le partite: questa bara gli amici hanno voluto portare a spalla, dal cortile dell’abitazione in cui viveva con i genitori, Lino e Valeria Sala, le sorelle più grandi, Federica e Roberta, fino alla chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio, dove s’è svolta la messa funebre.
Ai genitori, alle sorelle ai nonni Luigi, Antonietta e Pia hanno dedicato una preghiera particolare i giovani del gruppo di Comunione e Liberazione frequentato da Chiara. La fede e la preghiera, aveva ricordato don Angelo, hanno aiutato sia Chiara ad affrontare la malattia, sia i familiari nell’assistere al compiersi di un destino «che ha portato Chiara, ancora molto giovane, a una meta che ci aspetta tutti».
( Di Mauro Rampinini La Prealpina)

No comments:

Post a Comment