Sarebbero circa 2.000 le badanti in procinto di chiedere la regolarizzazione in applicazione del decreto sicurezza. Per una utenza stimata attorno alle 2.700 unità. È quanto emerge dai dati raccolti dalla Cgil del Vco. «Gli ammalati di Alzheimer sono 2.000, gli affetti da vari tipi di disabilità 500, poco meno di 200 infine i pazienti colpiti da ictus o ischemia», ha rivelato Luca Bartolini durante la conferenza stampa convocata per informare sugli orari in cui sarà possibile, dal 1° al 30 settembre, ricorrere all’assistenza della Cgil per sbrigare le pratiche pr la regolarizzazione. La Cgil metterà a disposizione, dei datori di lavoro e delle badanti che intendono regolarizzare la posizione, le proprie sedi di Verbania, Gravellona, Omegna e Domodossola, e i propri servizi Migranti, Patronato e Assistenza fiscale: il lunedì mattina a Verbania, martedì tutto il giorno a Domodossola, mercoledì pomeriggio a Gravellona, giovedì pomeriggio di nuovo a Verbania, venerdì a Omegna.
Sul rischio, evocato da alcuni media nazionali, di licenziamenti in massa di badanti clandestine da parte delle famiglie più povere (rischio che avrebbero già iniziato a manifestarsi dopo l’approvazione del decreto), Daniela Gattuso, che segue le pratiche di regolarizzazione per Cgil Vco, ha risposto: «Non ci risultano casi di questo genere da noi, anche se è difficile che, qualora esistessero, ci vengano segnalati». «Rimane il rischio - ha precisato Bartolini - che la regolarizzazione si trasformi in una tassa occulta a carico della badante, da scalare sulla retribuzione da parte del datore di lavoro. Il decreto si presta poi ad altri tipi di abuso: sono appena tornato dalle vacanze in Toscana, dove ho appreso che anche alcuni imprenditori edìli si accingerebbero a regolarizzare i propri dipendenti come badanti. Immaginatevi che succederebbe in caso d’infortunio sul lavoro… Lo dico non perché il rischio ci sia anche da noi, ma per mettere in evidenza tutti i limiti del decreto». Le riserve politiche di Cgil sul decreto sono state ribadite dal segretario provinciale, Clara Aldera. (Di M.Ra. su La Prealpina)
Sul rischio, evocato da alcuni media nazionali, di licenziamenti in massa di badanti clandestine da parte delle famiglie più povere (rischio che avrebbero già iniziato a manifestarsi dopo l’approvazione del decreto), Daniela Gattuso, che segue le pratiche di regolarizzazione per Cgil Vco, ha risposto: «Non ci risultano casi di questo genere da noi, anche se è difficile che, qualora esistessero, ci vengano segnalati». «Rimane il rischio - ha precisato Bartolini - che la regolarizzazione si trasformi in una tassa occulta a carico della badante, da scalare sulla retribuzione da parte del datore di lavoro. Il decreto si presta poi ad altri tipi di abuso: sono appena tornato dalle vacanze in Toscana, dove ho appreso che anche alcuni imprenditori edìli si accingerebbero a regolarizzare i propri dipendenti come badanti. Immaginatevi che succederebbe in caso d’infortunio sul lavoro… Lo dico non perché il rischio ci sia anche da noi, ma per mettere in evidenza tutti i limiti del decreto». Le riserve politiche di Cgil sul decreto sono state ribadite dal segretario provinciale, Clara Aldera. (Di M.Ra. su La Prealpina)
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