
L’emergenza non deve essere vista solo in senso negativo: «Non bisogna fermarsi a uno sterile atteggiamento di condanna, ma denunciare il problema e cogliere la sfida che si presenta per la nostra epoca - ha detto D’Agostino -. Per questo l’educazione sarà il tema su cui lavorerà la Chiesa italiana per i prossimi dieci anni e il 22 settembre uscirà il volume “La sfida dell’educazione”, che raccoglie le conclusioni di un forum della Cei che si è concluso a Roma poche settimane fa». Più che vuoto di valori, il problema sembra opposto: «Spesso riempiamo i giovani di affetti e significati. I nostri figli sono bersagliati da troppi linguaggi ed esperienze: la loro vita è anticipata, programmata a scapito del senso della scoperta e dell’arricchimento».
Il rischio è di spezzare la personalità in tanti frammenti che non si ritrovano più: «L’affettività oggi è ridotta a un insieme di pulsioni, la ricerca della verità a un insieme di opinioni che hanno tutte lo stesso valore e la comunicazione è soltanto una rete di scambi di informazioni». A evidenziare l’attualità del pensiero rosminiano sul tema è stato poi il direttore del Centro studi rosminiani don Umberto Muratore, al posto di Ettore Bernabei, ex direttore Rai, assente per malattia: «Rosmini aveva visto il nuovo modo di pensare delle persone, sempre più ripiegate su se stesse. Per lui formare significa tenere vivo il meglio di ogni uomo, mentre educare è tirare fuori la personalità. Pedagogia invece è accompagnare per mano, mostrando la direzione». L’associazione degli Amici di Rosmini di Domodossola, tra l’altro, ha annunciato per il 2010 la pubblicazione di un fumetto sulla vita del beato, in italiano, spagnolo, inglese e kiswahili. (Di Maria Elisa Gualandris su La Stampa)
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