Sunday, September 13, 2009

On Air: Le vostre Lettere inviate a Stresa 2.0


L’enclave dimenticata di Piervalle

Lungo la passeggiata del lago ci si imbatte, a lato della villa “Palazzola”, nei resti in abbandono di una vecchia casa, di una serra con limonaia e di un giardino dimenticato, anche forse dall’ordinanza mediatica .
L’origine della vicenda è datata anni 1985 e 1987 quando, su quella casa su quell’area e su altra a confine con il lago, vennero ceduti i diritti di superficie a favore di una delle grandi proprietà alberghiere. Il diritto di nuda proprietà, per chi non lo sapesse, è invece del Comune, pervenutogli per donazione.

Il Comune parrebbe quindi non poter farne nulla di quel diritto di cui dispone o forse meglio non volerne fare nulla. La storia è comunque ricca di altri episodi che ci potrebbero sfuggire. Ce ne scusiamo.

Per chi non lo ricordi accadde che nel 1996 il proprietario, il Comune appunto, ed il superficiario, scusate questo brutto termine, si accordarono nell’ambito di una convenzione urbanistica ed il secondo cedette al primo quel diritto di superficie di cui godeva sulla estensione dell’area verso lago, quella dove ora vi è la passeggiata.

Negli anni più recenti, tra il 2002 ed il 2004, il Comune ci riprovò, cercando di rimescolare in quella zona il piano regolatore, proponendo di spostare altrove cubi e destinazioni d’uso ( si tratta di 4.500 cubi alberghieri edificabili su quell’area ) ,così da diventare pieno proprietario di quei beni e dare loro una destinazione pubblica coerente con quella della adiacente Palazzola. La cronaca dei Consigli Comunali si esaurisce però nel 2004 quando questo tentativo, che pur pareva avere una sua ragionevolezza, venne accantonato dallo stesso Consiglio che lo aveva proposto.

Il resto è quello che vedete: l’abbandono ma con, in apparenza , inalterato il diritto ad edificare i mc. 4500 cubi alberghieri. Rimane un ma e un però. Il codice civile,all’ art. 954, dice che trascorsi venti anni, senza che venga esercitato, il diritto di superficie su terreni si estingue, altra cosa parrebbe sugli edifici. Gli anni sono, ormai, passati e quel diritto si sarebbe estinto, ma se è così sarebbe venuto meno anche quello ad edificare i 4.500 cubi. Qualunque proprietario si attiverebbe nel tentare di rientrare in possesso dei propri pieni diritti, ma si sa che una cosa è il privato ed un’altra il pubblico.

Una nuova domanda, dunque, per il nostro Sindaco alla quale, se vorrà , potrà dare una risposta.




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