Sciare nel «comprensorio» di Neveazzurra con un unico skipass. L’amministrazione provinciale del Vco tira fuori dal cassetto un antico sogno e chiede alla Regione di trasformarlo in realtà. «Vogliamo - spiega il presidente Massimo Nobili - dotare di tornelli con lettori magnetici tutte le stazioni della provincia così da avere un unico skipass per tutti gli impianti». Ci aveva già provato otto anni fa la giunta, sempre di centrodestra, dell’allora presidente Ivan Guarducci. C’era stata una sperimentazione ma le spese era risultate più alte delle entrate e tutto era caduto nel dimenticatoio». Il sogno di poter sciare con lo stesso biglietto in più stazioni, però, è sempre stato coltivato da tanti appassionati. Anche lo scorso anno nella community del sito internet di «Neveazzurra» era stato lanciato l’appello affinché si riuscisse ad introdurre questa formula di abbonamento multi-località.
Nel Vco le stazioni invernali sono numerose ma tutte scollegate tra loro. Il comprensorio è solo «virtuale» legato per ora soltanto alla promozione del Distretto turistico dei laghi e delle valli ossolane. C’è Domobianca, unica stazione ad avere anche le piste illuminate per lo sci in notturna, Macugnaga con le due proposte del Belvedere e del Moro. E poi San Domenico a Varzo, la Piana di Vigezzo, il Mottarone e Piancavallo con bellavista sul lago Maggiore, Formazza, Antrona e l’Alpe Devero, ma anche la Baitina in Vigezzo e la pista di Cheggio in Valle Antrona. Piste per tutti i gusti e dalle caratteristiche diverse, ma completamente prive di un collegamento se non con l’automobile. «Vogliamo provare ad intervenire come amministrazione provinciale con il sostegno della Regione per poter coprire i costi dei tornelli» spiega il presidente Massimo Nobili. Cifre molto alte che difficilmente le stazioni, sia private che pubbliche riuscirebbero a coprire.
Lo scorso anno lo skipass unico esisteva, ma solo per quei 200 ragazzi iscritti agli sci club della provincia, che con 310 euro all’anno potevano sciare dove volevano, in base anche alle condizioni di innevamento. I ragazzi si presentavano nelle diverse stazioni del comprensorio consegnando un biglietto cartaceo che a fine stagione veniva conteggiato e ripartito a seconda dei passaggi effettuati su ogni pista. Una proposta che gli sci club faranno nuovamente sia all’amministrazione provinciale che alle società di gestione delle stazioni del Vco.
(Su La Stampa di Alessandro Cobianchi)
Nel Vco le stazioni invernali sono numerose ma tutte scollegate tra loro. Il comprensorio è solo «virtuale» legato per ora soltanto alla promozione del Distretto turistico dei laghi e delle valli ossolane. C’è Domobianca, unica stazione ad avere anche le piste illuminate per lo sci in notturna, Macugnaga con le due proposte del Belvedere e del Moro. E poi San Domenico a Varzo, la Piana di Vigezzo, il Mottarone e Piancavallo con bellavista sul lago Maggiore, Formazza, Antrona e l’Alpe Devero, ma anche la Baitina in Vigezzo e la pista di Cheggio in Valle Antrona. Piste per tutti i gusti e dalle caratteristiche diverse, ma completamente prive di un collegamento se non con l’automobile. «Vogliamo provare ad intervenire come amministrazione provinciale con il sostegno della Regione per poter coprire i costi dei tornelli» spiega il presidente Massimo Nobili. Cifre molto alte che difficilmente le stazioni, sia private che pubbliche riuscirebbero a coprire.
Lo scorso anno lo skipass unico esisteva, ma solo per quei 200 ragazzi iscritti agli sci club della provincia, che con 310 euro all’anno potevano sciare dove volevano, in base anche alle condizioni di innevamento. I ragazzi si presentavano nelle diverse stazioni del comprensorio consegnando un biglietto cartaceo che a fine stagione veniva conteggiato e ripartito a seconda dei passaggi effettuati su ogni pista. Una proposta che gli sci club faranno nuovamente sia all’amministrazione provinciale che alle società di gestione delle stazioni del Vco.
(Su La Stampa di Alessandro Cobianchi)
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