Saturday, July 25, 2009

Pendolari "bassa velocità": Dieci anni di promesse tradite


Dieci anni di promesse tradite: i ritardi, le soppressioni, la pulizia dei treni, la manutenzione del vecchio materiale rotabile non sono cambiati. Nulla è migliorato lamentano i pendolari che hanno consegnato un lungo dossier alla presidente della Regione Mercedes Bresso e all’assessore ai Trasporti Daniele Borioli. Con allegato l’elenco delle richieste da parte dei «viaggiatori della Bassa Velocità» come si definiscono.
Le elezioni regionali si avvicinano e i pendolari hanno già avvertito che non faranno sconti: ai politici chiedono impegni concreti. Quali? Per chiarirlo hanno stilato un elenco in sette punti: riapertura delle stazioni dismesse e biglietterie efficienti, parcheggi per auto e moto nelle vicinanze, investimenti per nuovi treni, programmazione dei vagoni per i pendolari in base alle necessità dei posti, potenziamento delle infrastrutture (banchine, eliminazione dei passaggi a livello), garanzie sulla manutenzione e pulizia dei convogli, detassazione totale dei costi di viaggio per studenti e lavoratori.
«Abbiamo una rete ferroviaria vecchia e non più capace di sopportare l'enorme traffico che ogni giorno corre sulle rotaie - si legge nella lettera consegnata alla Bresso e a Borioli -. Abbiamo un parco rotabile troppo vecchio, non più adatto a far viaggiare migliaia di pendolari, mentre invece i nostri vicini francesi, spagnoli, tedeschi, svizzeri, sono molto più avanti di noi e da loro i pendolari, non si organizzano per protestare perché i treni sono sporchi, vecchi e arrugginiti e con le porte sigillate con il filo di ferro. Da loro i treni partono ed arrivano in orario, non perché abbiano dato a ditte straniere la possibilità di partecipare a gare internazionali, ma solo perché le società preposte sono molto più serie e rispettose nei confronti della loro clientela, non come il nostro Monopolista di Stato, che si permette anche di far sapere attraverso il suo attuale amministratore delegato Moretti, che dei pendolari non gliene importa niente e il servizio regionale non gli interessa».
La politica, secondo i pendolari, deve ritenere gli investimenti sulle linee utilizzate da chi si sposta per lavorare come scelte prioritarie: «Vorremmo che finalmente la Regione Piemonte - prosegue la lettera - desse prova di coraggio e iniziasse quel processo di trasformazione che potrebbe portare la regione ad essere la prima in Italia nella qualità del servizio ferroviario».
(Di Barbara Cottavox pubblicato su La Stampa)

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