
A Stresa sono tanti, forse più di un centinaio anche se statistiche precise non ne esistono, che ogni giorno per raggiungere i luoghi di lavoro o di studio, salgono sui treni verso Milano. Un viaggio difficile, faticoso, che per qualcuno comincia addirittura alle 5,23.
Molti pendolari arrivano anche dai paesi limitrofi e da Verbania: «la stazione di Stresa è ormai diventata una sorta di hub, grazie alle fermate degli attuali Cisalpino» spiega Sandro Tonino. «Io vengo da Gravellona - sottolinea ad esempio Medina - certo Verbania sarebbe più comodo, ma qui, almeno fino ad oggi ferma il Cisalpino».
«Chiediamo solo un servizio decente - dice Nadia Strola - io il 4 novembre festeggio 18 anni di pendolarismo e negli anni ho visto un costante peggioramento, da Gallarate in poi verso Milano anche i ritardi sono sempre in agguato». Arrabbiato anche un altro pendolare di lungo corso, Lorenzo Buzzi, di Stresa, che da 30 anni viaggia sulla Milano Domodossola: «Normalmente prendo il 17,25 da Milano, ma è una cosa immonda, sporco, non va mai».
Le indiscrezioni danno per il «17,25 da Milano» un futuro da treno internazionale: «Così a noi toccherà pagare il supplemento, insomma un aumento camuffato del prezzo dei biglietti» protesta Buzzi.
In stazione anche il sindaco Canio Di Milia: «So cosa vuol dire essere un pendolare, l’ho fatto anch’io da studente. E’ giusto che facciano sentire la loro voce, io scriverò a breve una lettera ai parlamentari del territorio per sollecitare un loro intervento anche a livello del governo».
(Da La Stampa, di Luca Gemelli)
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