Mentre a livello politico si discute e si polemizza su processo breve, badge, tornelli e persino braccialetti elettronici per controllare il lavoro dei magistrati, negli uffici giudiziari c’è da fare i conti con un’altra emergenza (questa volta vera, ironizzano i sindacati): la carenza di personale amministrativo. Perché senza cancellieri e impiegati, gli atti d’indagine compiuti dai procuratori o le sentenze emesse dai giudicanti sono destinati a restare a lungo nel cassetto.
Un problema che affligge anche il Palazzo di giustizia verbanese, e di cui i dipendenti sono tornati a parlare anche in una recente assemblea, nella speranza di sollecitare i vertici di Procura e Tribunale a portare avanti la causa nelle sedi opportune e ottenere rinforzi. Qualche numero? Il Tribunale oggi può contare su 26 tra impiegati e dirigenti, su un organico previsto di 44 persone. Poco più della metà del personale necessario a portare avanti il lavoro. Dalla cancelleria del Gip, ad esempio, sono stati trasferiti altri due impiegati, e un altro operatore sta per cambiare sede di lavoro. Il risultato è che gli impiegati sono rimasti 4, a disposizione di due giudici. Altro che quattro assistenti per ogni magistrato, come prevede la pianta organica, denunciano i sindacati. E la conseguenza è che se il Tribunale di Verbania è tra i più veloci per i provvedimenti, la penuria di impiegati rallenta i tempi di esecuzione. Il presidente Massimo Terzi ha cercato di correre ai ripari riorganizzando la cancelleria civile, ma i sindacati sollecitano lo sblocco della mobilità interna (molti hanno fatto richiesta per passare da altre amministrazioni locali al Tribunale, ma pare che il ministero abbia congelato i trasferimenti). Non va meglio in Procura, dove mancano 5 dei 21 impiegati previsti, soprattutto quelli dei livelli più alti. Il recente pensionamento di una assistente ha aggravato il problema della carenza di collaboratori dei pm - ce ne sono tre per quattro sostituti procuratori (e nel 2010 arriverà il quinto magistrato, già nominato ma in maternità). Tanto che che il procuratore capo Giulia Perrotti ha dovuto accorpare le assistenti dei pubblici ministeri nella segreteria unica. In realtà, sulla carta, qualche cancelliere in più ci sarebbe, ma uno è stato trasferito, e un altro è stato distaccato presso un altro ufficio. E visto che gli atti urgenti devono essere comunque portati avanti, è inevitabile il ricorso agli straordinari; peccato che però non ci siano i soldi per pagare le ore di lavoro extra. Soluzioni? La Procura generale sta trattando con la Regione per ottenere, in base a una legge specifica, l’assegnazione di lavoratori in cassa integrazione o mobilità. Assegnazione temporanea -sei mesi, prorogabili per altri sei- che aiuterebbe a tappare, almeno momentaneamente, qualche buco.
(Di m.m. su La Prealpina)
Un problema che affligge anche il Palazzo di giustizia verbanese, e di cui i dipendenti sono tornati a parlare anche in una recente assemblea, nella speranza di sollecitare i vertici di Procura e Tribunale a portare avanti la causa nelle sedi opportune e ottenere rinforzi. Qualche numero? Il Tribunale oggi può contare su 26 tra impiegati e dirigenti, su un organico previsto di 44 persone. Poco più della metà del personale necessario a portare avanti il lavoro. Dalla cancelleria del Gip, ad esempio, sono stati trasferiti altri due impiegati, e un altro operatore sta per cambiare sede di lavoro. Il risultato è che gli impiegati sono rimasti 4, a disposizione di due giudici. Altro che quattro assistenti per ogni magistrato, come prevede la pianta organica, denunciano i sindacati. E la conseguenza è che se il Tribunale di Verbania è tra i più veloci per i provvedimenti, la penuria di impiegati rallenta i tempi di esecuzione. Il presidente Massimo Terzi ha cercato di correre ai ripari riorganizzando la cancelleria civile, ma i sindacati sollecitano lo sblocco della mobilità interna (molti hanno fatto richiesta per passare da altre amministrazioni locali al Tribunale, ma pare che il ministero abbia congelato i trasferimenti). Non va meglio in Procura, dove mancano 5 dei 21 impiegati previsti, soprattutto quelli dei livelli più alti. Il recente pensionamento di una assistente ha aggravato il problema della carenza di collaboratori dei pm - ce ne sono tre per quattro sostituti procuratori (e nel 2010 arriverà il quinto magistrato, già nominato ma in maternità). Tanto che che il procuratore capo Giulia Perrotti ha dovuto accorpare le assistenti dei pubblici ministeri nella segreteria unica. In realtà, sulla carta, qualche cancelliere in più ci sarebbe, ma uno è stato trasferito, e un altro è stato distaccato presso un altro ufficio. E visto che gli atti urgenti devono essere comunque portati avanti, è inevitabile il ricorso agli straordinari; peccato che però non ci siano i soldi per pagare le ore di lavoro extra. Soluzioni? La Procura generale sta trattando con la Regione per ottenere, in base a una legge specifica, l’assegnazione di lavoratori in cassa integrazione o mobilità. Assegnazione temporanea -sei mesi, prorogabili per altri sei- che aiuterebbe a tappare, almeno momentaneamente, qualche buco.
(Di m.m. su La Prealpina)
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