Codice delle Autonomie Locali, ovvero il disegno di legge a firma del ministro Calderoli riceve il pollice verso dell’UNCEM, ente presieduto dall’Ossolano Enrico Borghi che contesta anche i dati di spesa che motivano una delle ragioni del provvedimento votato dal Consiglio dei Ministri: la cancellazione delle Comunità Montane. “Non costerebbero infatti – si legge in una nota dell’Unione Nazionale di questi enti – dai 3 ai 5 miliardi di euro all’anno, in prevalenza costituiti da fondi statali, per altro in via di drastica diminuzione”. “Le tuttora esistenti 300 comunità montane – dopo il riordino degli scorsi mesi scese a 185 – hanno accertato entrate per due miliardi e 107 milioni in gran parte di derivazione regionale, per oltre il 40% destinato a investimenti” puntualizzano dall’UNCEM. In Piemonte le Comunità Montane con la riforma dello scorso anno si sono contratte da 48 a 23, nel VCO Novarese da 11 a tre. “I partiti che sostengono il Governo hanno trovato l’accordo con il mantenimento delle province e l’abolizione delle Comunità Montane” sottolinea il consigliere regionale Marco Travaglini. Il cusiano, tra i referenti del PD piemontese in ambito di politiche per la montagna, spiega che se anche la maggioranza di centro-destra trasformerà in legge questa proposta, nella nostra Regione le comunità montane – così come ridisegnate con gli accorpamenti – potranno continuare a sussistere. Certo graverebbero per intero sul bilancio regionale, ma al momento il governo Bresso intende proseguire nel segno della loro riorganizzazione. E così la giunta regionale sta predisponendo i decreti per il commissariamento delle attuali comunità e fissato la data per l’elezione dei Presidenti e dei Consigli di quelle nuove. I loro componenti saranno meno della metà degli attuali. Per la loro elezione al voto i consiglieri comunali il prossimo 7 novembre.
(Da VcoAzzurraTv)
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