Tutto sbagliato, tutto da rifare. Gli automobilisti che da anni percorrono la superstrada del Sempione lo sanno da troppo tempo. Ora, almeno il «tutto da rifare», arriva anche dal tavolo-capezzale che il prefetto Riccardo Ubaldi ha voluto per rianimare quella striscia d’asfalto che, per chi arriva dalla Svizzera, è il peggior biglietto da visita del Belpaese.
L’ingegner Raffaele Celia, capocompartimento dell’Anas, lo ha detto senza fraintendimenti: «Dall’autunno scorso abbiamo fatto una mappatura completa di tutta la pavimentazione della superstrada, con mezzi diagnostici di alta precisione. E’emerso quello che sospettavamo, il problema non è nella parte più superficiale ma nei sottofondi. La strada è stata costruita sui depositi alluvionali del fiume Toce e alcuni tratti - sulle corsie di marcia, non di sorpasso - non hanno più i requisiti di portata. Si è determinata una situazione di stress strutturale che si riflette sulla pavimentazione». Così il richiestissimo asfalto drenante (7,50 euro al metro quadro contro i 4 di quello normale) non basta se non è accompagnato da interventi più radicali. «Il risanamento - continua Celia - deve partire dagli strati più profondi, dobbiamo recuperare le pendenze traversali che negli anni si sono perse, adeguare le barriere». Costo stimato per la sistemazione complessiva della superstrada: 25 milioni di euro. L’ingegner Angelo D’Alessio, provveditore alle opere pubbliche di Piemonte Valle d’Aosta, concorda: «Più che di lavori qui si parla di sicurezza». Nel frattempo sono stati appaltati tutti gli interventi di manutenzione. Per quanto riguarda l’asfalto, dopo le voragini dell’autunno scorso, molto è stato fatto. Restano ancora giardini di zolle da togliere per eliminare l’effetto-piscina dove le pendenze sono sballate e altri interventi che richiedono solo un po’ di pazienza. Quella che i pendolari hanno già esaurito da un pezzo, vedi le raccolte di firme del popolo di Facebook e i meno virtuali amministratori: «Io era tra i sindaci più scalmanati» ricorda Giampaolo Blardone, che da Pallanzeno si ritrova assessore provinciale proprio alla viabilità. Rifare da capo a piedi la statale servono i soldi. Il prefetto ha chiedo di unire le forze per tentare di aprire le casse della prossima finanziaria: «Troviamoci a metà settembre per la valutazione esatta dei costi». In caso contrario bisognerà attendere il prossimo contratto di programma tra Anas e Regioni. In quello del 2007-2011 la superstrada non era tra le priorità. Perché? «L’Anas - risponde Celia - rappresenta le questioni tecniche, poi la politica fa le sue scelte». (art. Carlo Bologna pubblicato su La Stampa)
L’ingegner Raffaele Celia, capocompartimento dell’Anas, lo ha detto senza fraintendimenti: «Dall’autunno scorso abbiamo fatto una mappatura completa di tutta la pavimentazione della superstrada, con mezzi diagnostici di alta precisione. E’emerso quello che sospettavamo, il problema non è nella parte più superficiale ma nei sottofondi. La strada è stata costruita sui depositi alluvionali del fiume Toce e alcuni tratti - sulle corsie di marcia, non di sorpasso - non hanno più i requisiti di portata. Si è determinata una situazione di stress strutturale che si riflette sulla pavimentazione». Così il richiestissimo asfalto drenante (7,50 euro al metro quadro contro i 4 di quello normale) non basta se non è accompagnato da interventi più radicali. «Il risanamento - continua Celia - deve partire dagli strati più profondi, dobbiamo recuperare le pendenze traversali che negli anni si sono perse, adeguare le barriere». Costo stimato per la sistemazione complessiva della superstrada: 25 milioni di euro. L’ingegner Angelo D’Alessio, provveditore alle opere pubbliche di Piemonte Valle d’Aosta, concorda: «Più che di lavori qui si parla di sicurezza». Nel frattempo sono stati appaltati tutti gli interventi di manutenzione. Per quanto riguarda l’asfalto, dopo le voragini dell’autunno scorso, molto è stato fatto. Restano ancora giardini di zolle da togliere per eliminare l’effetto-piscina dove le pendenze sono sballate e altri interventi che richiedono solo un po’ di pazienza. Quella che i pendolari hanno già esaurito da un pezzo, vedi le raccolte di firme del popolo di Facebook e i meno virtuali amministratori: «Io era tra i sindaci più scalmanati» ricorda Giampaolo Blardone, che da Pallanzeno si ritrova assessore provinciale proprio alla viabilità. Rifare da capo a piedi la statale servono i soldi. Il prefetto ha chiedo di unire le forze per tentare di aprire le casse della prossima finanziaria: «Troviamoci a metà settembre per la valutazione esatta dei costi». In caso contrario bisognerà attendere il prossimo contratto di programma tra Anas e Regioni. In quello del 2007-2011 la superstrada non era tra le priorità. Perché? «L’Anas - risponde Celia - rappresenta le questioni tecniche, poi la politica fa le sue scelte». (art. Carlo Bologna pubblicato su La Stampa)
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