Wednesday, July 29, 2009

Nuovo Cda Ars.Uni decide il futuro dell'università VCO


Altri sette laureati per Ars.Uni.Vco. E potrebbero essere gli ultimi, se l’università del Piemonte orientale non rinnoverà i corsi decentrati sul territorio. Sul destino degli indirizzi però non si sa ancora niente: sarà il nuovo consiglio di amministrazione di Ars.Uni.Vco (l’associazione che gestisce l’attività universitaria in provincia), che verrà nominato domani, a decidere. In ogni caso si chiude un ciclo che negli ultimi anni ha visto crescere i corsi di laurea in ingegneria informatica ed elettronica, a Verbania e Domodossola, e di promozione e gestione del turismo a Stresa. Una crescita soprattutto qualitativa, visti i risultati ottenuti dagli studenti «al di sopra dei colleghi delle sedi centrali», come hanno detto più volte i docenti.
L’ultima sfornata di laureati è di questi giorni a Stresa, dove sono stati proclamati dottori in promozione e gestione del turismo sette studenti, tutti con voti alti. Per Daniele Bordoni di Bannio Anzino, Elisa Morettini di Premeno e Benedetta Rolandi di Pieve Vergonte è anche scattata la lode. Valutazioni elevate anche per Beatrice Bariletta di Pallanzeno, Sara Campagnini di Ghiffa, Irene Infantino di Villadossola e Marta Toncelli di Baveno. «E’ doveroso menzionarli tutti - spiega il presidente di Ars.Uni.Vco Tiziano Pera - perché hanno concluso nei tempi previsti e a pieni voti il piano di studi. Sono tutti studenti lavoratori e ciò inorgoglisce la nostra associazione, che tra gli obiettivi primari ha quello di consentire a chi lavora di riqualificare la propria professionalità con una laurea».
Pera, che difficilmente sarà rinominato, non si pronuncia sul futuro degli studi universitari nel Vco: «Sarà il nuovo consiglio di amministrazione a decidere. Penso comunque che si lavorerà sulla strada tracciata, con il contributo di tutte le componenti politiche». Anche l’assessore provinciale alle Politiche universitarie Claudio Cottini non si sbilancia: «Tenere i corsi qui - si limita a dire - significa far fronte ad una spesa di circa 200 mila euro».(Art. di Filippo Ruberta su La Stampa)

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